Benvenuti sul blog di CyberAlchimista! Nel mondo in rapida evoluzione dello sviluppo web, le performance non sono più un semplice “nice-to-have”, ma un requisito fondamentale per garantire un’esperienza utente positiva e scalare le vette dei motori di ricerca. Tra le metriche che definiscono la velocità e la reattività di un sito, i Core Web Vitals di Google rivestono un ruolo cruciale. Negli ultimi anni, abbiamo prestato molta attenzione a First Input Delay (FID) come indicatore della reattività iniziale. Tuttavia, il 2025 segna un passaggio importante: Interaction to Next Paint (INP) è ora la metrica primaria per valutare la reattività complessiva di una pagina.
In questo articolo, approfondiremo cosa sono INP e FID, perché INP è diventata la metrica di riferimento per la reattività e, soprattutto, esploreremo le tecniche moderne per ottimizzare INP e FID, concentrandoci sulle strategie più efficaci per il 2025. Se sei uno sviluppatore frontend che mira a costruire esperienze web istantanee e fluide, questo è l’articolo che fa per te.
INP vs. FID: Capire la Differenza Cruciale
Per comprendere l’importanza di INP, è fondamentale confrontarla con la metrica che sta sostituendo, il FID.
- First Input Delay (FID): Misura il ritardo dalla prima interazione dell’utente (un click, un tap, la pressione di un tasto) al momento in cui il browser è in grado di iniziare a elaborare l’handler dell’evento associato a quell’interazione. In sostanza, il FID ti dice quanto tempo il browser era “occupato” prima di poter anche solo iniziare a rispondere alla prima cosa che l’utente ha fatto. Un buon FID è inferiore a 100 ms.
- Interaction to Next Paint (INP): Misura la latenza totale di tutte le interazioni dell’utente con la pagina. Questa metrica cattura il tempo che intercorre dall’interazione dell’utente (click, tap, tasto) al momento in cui il browser disegna il frame successivo che riflette visivamente il risultato di quell’interazione. Un buon INP è inferiore a 200 ms.
Quando si attivano:
- FID: Solo sulla prima interazione dopo il First Contentful Paint (FCP).
- INP: Su tutte le interazioni (click, tap, tasti) che avvengono durante l’intera vita della pagina. La metrica finale riportata per una pagina è il valore INP peggiore (o un percentile alto, solitamente il 75°) osservato durante la sessione dell’utente.
Come vengono misurate:
- FID: Si concentra esclusivamente sulla fase di “Input Delay” dell’elaborazione dell’evento, causata principalmente dal blocco del Main Thread da parte di lunghe task JavaScript che impediscono l’esecuzione degli event handler.
- INP: È la somma di tre fasi: Input Delay, Processing Time dell’evento, e Presentation Delay (il tempo necessario al browser per aggiornare l’interfaccia utente dopo che gli event handler sono stati eseguiti).
Perché INP è più completa: Mentre FID è un buon indicatore della reattività iniziale di una pagina (spesso durante o subito dopo il caricamento quando il Main Thread è più congestionato), non offre alcuna informazione su come la pagina si comporta dopo il caricamento iniziale. INP, misurando la latenza di tutte le interazioni per l’intera durata della visita, fornisce una visione molto più accurata e rappresentativa dell’esperienza di reattività percepita dall’utente. Un sito può avere un ottimo FID perché la prima interazione è avvenuta quando il thread principale era libero, ma avere un pessimo INP perché interazioni successive (magari con elementi più complessi come filtri o form dinamici) scatenano lunghe task che bloccano il thread. Pertanto, concentrarsi su come ottimizzare INP e FID significa prepararsi per il futuro della misurazione della reattività web.
Strumenti Essenziali per Monitorare e Misurare INP e FID
Prima di poter ottimizzare, dobbiamo misurare. Fortunatamente, abbiamo a disposizione un ricco ecosistema di strumenti per analizzare sia INP che FID (e gli altri Core Web Vitals). È importante distinguere tra dati “di laboratorio” (simulazioni in ambienti controllati) e dati “di campo” (raccolti da utenti reali). Per INP, i dati di campo sono particolarmente importanti, poiché dipendono dalle interazioni effettive dell’utente.
- PageSpeed Insights: Fornisce sia dati di campo (dal CrUX Report – Chrome User Experience Report) che dati di laboratorio (Lighthouse). È uno dei primi posti dove guardare per avere una panoramica delle performance di una pagina reale e simulata. Mostra direttamente i valori di INP e FID (se disponibili nei dati di campo) e suggerimenti di ottimizzazione.
- Lighthouse: Integrato in Chrome DevTools e disponibile via CLI. Fornisce dati di laboratorio, simulando il caricamento della pagina e, nelle versioni più recenti, tenta di misurare l’INP simulando alcune interazioni di base. Ottimo per identificare le cause potenziali di lunghe task e blocchi del Main Thread.
- Chrome DevTools (Scheda Performance): Lo strumento più potente per l’analisi dettagliata in laboratorio. Registrando l’attività del browser durante il caricamento o un’interazione specifica, puoi visualizzare il Main Thread, identificare le “Long Tasks” (task che bloccano il thread per più di 50 ms), analizzare lo stack di chiamate JavaScript, vedere i tempi di rendering e layout. Essenziale per diagnosticare i problemi di INP.
- Web Vitals JavaScript Library: Una libreria leggera (circa 1.5KB gzip) consigliata da Google per misurare i Core Web Vitals (inclusi FID e INP) direttamente sul campo, raccogliendo dati dagli utenti reali. Questi dati possono poi essere inviati a servizi di analytics per il monitoraggio.
- Google Search Console (Rapporto Segnali Web Essenziali): Mostra i dati di campo (CrUX) aggregati per il tuo intero sito, indicando quali pagine o gruppi di pagine hanno performance buone, migliorabili o scarse in base ai Core Web Vitals.
Utilizzare una combinazione di questi strumenti (dati di campo per la panoramica, strumenti di laboratorio per la diagnosi dettagliata) è la strategia migliore per identificare e risolvere i problemi di reattività.
Tecniche Comprovate per Ottimizzare il FID (e prepararsi a INP)
Sebbene il focus si stia spostando su INP, ottimizzare il FID è comunque un passaggio cruciale, poiché molti dei problemi che causano un FID elevato (Main Thread bloccato durante il caricamento iniziale) contribuiscono anche a un INP elevato per le interazioni che avvengono in quella fase.
- Minificare e Comprimere Risorse: Ridurre le dimensioni dei file JavaScript e CSS significa meno tempo per scaricarli e meno tempo per il browser per analizzarli ed eseguirli. Strumenti di build come Webpack, Rollup o Vite offrono opzioni integrate per minificazione e compressione (Gzip, Brotli).
- Evitare Codice di Terze Parti Pesante o Blocante: Script di analytics, social media widget, A/B testing frameworks, tag manager: possono aggiungere un carico significativo sul Main Thread durante il caricamento. Valuta criticamente la necessità di ogni script, caricali in modo asincrono o con ritardo (
defer
), o considera l’uso di soluzioni lato server o alternative più leggere. - Posticipare l’Esecuzione JavaScript non Essenziale: Utilizza gli attributi
async
edefer
sugli script tag<script>
. Puoi trovare una guida completa su come usareasync
edefer
nei tag script HTML qui sul nostro blog.async
: Lo script viene scaricato in parallelo al parsing dell’HTML e eseguito non appena disponibile (può bloccare il parser per l’esecuzione). Utile per script indipendenti.defer
: Lo script viene scaricato in parallelo al parsing dell’HTML ma l’esecuzione viene posticipata fino a quando l’HTML non è stato completamente parsato. Gli script condefer
vengono eseguiti nell’ordine in cui compaiono nel documento. È generalmente preferibile per script che dipendono dal DOM o che devono essere eseguiti in un ordine specifico.
Queste tecniche mirano principalmente a liberare il Main Thread durante la fase critica di caricamento iniziale, riducendo il First Input Delay. Ma, come vedremo, anche il loro impatto su INP è significativo.
Tecniche Moderne per Ottimizzare INP (Il Focus del 2025)
Ottimizzare INP richiede un approccio più olistico, focalizzato non solo sul caricamento iniziale ma sulla gestione efficiente del Main Thread per tutta la durata della sessione utente. La causa principale di un INP elevato sono le Long Tasks JavaScript, ovvero blocchi di codice che impiegano più di 50 ms per essere eseguiti, impedendo al browser di rispondere ad altre interazioni o aggiornare l’UI. Per approfondire l’ottimizzazione di codice JavaScript in generale, puoi leggere il nostro articolo “JavaScript Performance Optimization: Tecniche Avanzate per l’Ottimizzazione JavaScript“.
Ecco le tecniche più efficaci per ottimizzare INP e FID con un focus specifico sulla reattività continua:
- Eliminare o Suddividere le Long Tasks JavaScript:
- Identificazione: Usa Chrome DevTools (Scheda Performance) per registrare un’interazione problematica. Cerca le barre rosse nell’area “Main” o le task etichettate come “Long Task”. Cliccaci sopra per vedere cosa sta succedendo nello stack di chiamate. Capire come funziona il Ciclo di Vita del DOM e l’Event Loop in JavaScript è fondamentale qui.
- Suddivisione (Code Splitting a Livello di Task): Se una funzione impiega molto tempo, cerca modi per dividerla in blocchi più piccoli che possono essere eseguiti in tick separati del browser. Questo può essere fatto manualmente (ad esempio, elaborando grandi array in cicli con pause o
setTimeout(..., 0)
) o utilizzando API più moderne:isInputPending()
(Esperimentale, non ancora ampiamente supportata ma promettente): Permette di controllare se c’è un input in sospeso prima di continuare una computazione pesante, cedendo il controllo al browser se necessario.scheduler.postTask()
(In evoluzione, caniuse.com): Un’API per pianificare task con diverse priorità (e.g.,'user-blocking'
,'user-visible'
,'background'
), consentendo al browser di dare priorità alle interazioni utente. Questa è una delle tecniche più “2025” oriented.
- Prioritizzazione dell’Interattività:
- Assicurati che il codice che gestisce le interazioni utente (come gestire eventi in JavaScript con addEventListener) abbia la massima priorità di esecuzione possibile.
- Evita di eseguire computazioni pesanti o aggiornamenti DOM complessi direttamente all’interno degli event handler di input critici. Sposta il lavoro non essenziale in task separate con priorità inferiore.
- Uso di Web Workers: Per computazioni JavaScript veramente pesanti che non necessitano l’accesso diretto al DOM (e.g., elaborazione dati, algoritmi complessi, filtering/sorting di grandi dataset), sposta il lavoro su un Web Worker. I Web Workers girano in un thread separato, liberando completamente il Main Thread per gestire interazioni e aggiornamenti UI.
- Sfruttare
requestIdleCallback()
: Questa API pianifica l’esecuzione di funzioni durante i periodi di inattività del browser, quando il Main Thread è libero. È ideale per eseguire lavori a bassa priorità che non sono critici per la risposta immediata all’utente o per il caricamento iniziale (e.g., inviare dati analytics, pre-fetch di risorse non essenziali). Da usare con cautela, poiché la callback potrebbe non venire mai eseguita se il browser è costantemente occupato. - Ridurre gli Event Listener Globali o Inefficienti: Troppi event listener allegati a elementi individuali possono aumentare il memory footprint e il tempo necessario al browser per elaborare un evento e trovare l’handler corretto (event dispatch). Utilizza l’event delegation dove possibile, allegando un singolo listener a un antenato comune e utilizzando
event.target
per determinare quale elemento ha scatenato l’evento. Assicurati che gli handler siano efficienti e non scatenino Long Tasks. - Ottimizzare il Rendering Post-Interazione: L’INP misura il tempo fino al prossimo paint. Anche se il JavaScript dell’handler è veloce, un aggiornamento DOM inefficiente o un ricalcolo dello stile/layout complesso possono ritardare il rendering.
- Evita il “layout thrashing” (leggere valori di layout/stile e poi scriverli ripetutamente in un ciclo).
- Aggiorna il DOM in batch quando possibile.
- Utilizza tecniche CSS come
content-visibility
owill-change
(con cautela) per ottimizzare il rendering di elementi complessi o fuori schermo. Per suggerimenti su come migliorare l’esperienza utente con CSS avanzato, consulta il nostro articolo.
- Lazy Loading e Hydration Intelligente nei Framework JS: Se utilizzi framework come React, Vue o Angular (o framework JS emergenti come Svelte, Astro e Qwik):
- Lazy Loading dei Componenti: Carica solo il codice JavaScript necessario per i componenti visibili inizialmente o per quelli che vengono attivati da un’interazione (es. click su una tab, apertura di una modale).
React.lazy()
e dynamicimport()
sono essenziali. - Hydration Selettiva/Progressiva: Nelle applicazioni Server-Side Rendered (SSR), l’hydration è il processo con cui il codice JavaScript lato client prende il controllo dell’HTML renderizzato lato server. L’hydration di intere app troppo presto o in modo monolitico può bloccare il Main Thread. Tecniche come l’hydration progressiva (idratare solo parti della pagina per volta) o selettiva (idratare solo i componenti interattivi quando sono visibili o l’utente interagisce) sono cruciali per ridurre l’INP, specialmente in framework moderni o meta-framework come Next.js (con React Server Components), Nuxt 3 o Astro.
- Lazy Loading dei Componenti: Carica solo il codice JavaScript necessario per i componenti visibili inizialmente o per quelli che vengono attivati da un’interazione (es. click su una tab, apertura di una modale).
Implementando queste tecniche, sposti il focus dall’ottimizzazione del solo caricamento iniziale alla gestione efficiente del lavoro JavaScript e del rendering durante l’intera esperienza dell’utente, affrontando direttamente le cause di un INP elevato. Per una guida più generale sull’ottimizzazione JavaScript, consulta il nostro articolo “JavaScript: le tecniche avanzate per dev“.
Esempio Pratico: Dalla Lentezza al Successo
Immaginiamo di avere un sito di e-commerce con una pagina di elenco prodotti. La pagina carica abbastanza velocemente (buon LCP, buon FID), ma quando l’utente interagisce con i filtri (es. seleziona una categoria, un range di prezzo), c’è un ritardo percepibile prima che l’elenco si aggiorni. PageSpeed Insights o il Rapporto Core Web Vitals in Search Console mostrano un valore INP “Scarso” o “Migliorabile” per questa pagina.
Sito Lento: L’utente clicca sul filtro “Smartphone”. Il browser è occupato per 500ms prima che l’elenco prodotti venga aggiornato. INP per questa interazione = 500ms.
Task Analysis (con Chrome DevTools):
- Apri la pagina nel browser.
- Apri Chrome DevTools e vai alla scheda “Performance”.
- Clicca su “Record” e poi interagisci con il filtro problematico.
- Ferma la registrazione.
- Analizza la timeline del Main Thread. Cerca il segmento di tempo corrispondente al click sul filtro. Noterai una o più “Long Tasks” (superiori a 50ms) in quella finestra temporale.
- Ingrandisci le Long Tasks. Scopri che il codice JavaScript che viene eseguito sta facendo diverse cose:
- Recupero di dati da un array di 1000 prodotti.
- Filtraggio e ordinamento complessi.
- Rimozione di tutti gli elementi attuali dalla DOM. (Cos’è il DOM e come manipolarlo in JavaScript)
- Creazione di 500 nuovi elementi DOM per i prodotti filtrati.
- Inizializzazione di qualche widget JavaScript per ogni nuovo prodotto (es. pulsante “aggiungi al carrello”).
Refactoring:
- Suddivisione della Task: Invece di filtrare e ordinare tutti i 1000 prodotti in un’unica operazione sincrona, potresti:
- Eseguire il filtering e sorting in un Web Worker per non bloccare il Main Thread.
- Alternativamente, se il dataset non è enorme, suddividere il processo: filtrare i dati in una Long Task, ma poi aggiornare il DOM in “batch” più piccoli, utilizzando
requestAnimationFrame
per permettere al browser di respirare tra un aggiornamento e l’altro.
- Ottimizzazione Rendering/DOM:
- Invece di rimuovere e ricreare tutti i nodi DOM, utilizzare tecniche di “diffing” o librerie come Preact o la virtual DOM di React/Vue per aggiornare solo i nodi che sono cambiati.
- Se crei elementi manualmente, cerca di creare il subtree fuori dalla DOM e poi aggiungerlo una sola volta.
- Lazy Loading/Hydration: Se ogni singolo prodotto inizializza un widget JavaScript costoso, potresti ritardare l’inizializzazione (hydration) di questi widget fino a quando l’utente non interagisce con il singolo prodotto, o se utilizzi un framework moderno con SSR, assicurati che l’hydration della lista prodotti sia gestita in modo efficiente (e.g., idratare solo i componenti visibili).
Metrica Migliorata: Dopo il refactoring, il click sul filtro scatena un’esecuzione JavaScript più breve. Il browser può rispondere all’interazione e iniziare l’aggiornamento visivo molto più velocemente. L’INP per questa interazione scende a 150ms, rientrando nel range “Buono”.
Questo esempio, sebbene semplificato, illustra il processo: identificare l’interazione problematica, diagnosticare la causa (spesso Long Tasks sul Main Thread), e applicare tecniche per suddividere il lavoro, offloadarlo o renderlo più efficiente, con l’obiettivo di ridurre il tempo dall’input dell’utente all’aggiornamento visivo della pagina.
Conclusione: Mantieni il tuo Sito Reattivo nel 2025
L’adozione di INP come metrica principale per la reattività nel 2025 segna un’evoluzione importante nel modo in cui pensiamo alle performance web. Non basta più garantire un caricamento veloce; dobbiamo assicurare che le nostre applicazioni rispondano istantaneamente alle interazioni dell’utente in ogni momento della sua visita. Per una panoramica più ampia sui Core Web Vitals nel 2025, leggi il nostro articolo “Web Performance: introduzione ai Core Web Vitals 2025“.
Per ottimizzare INP e FID in modo efficace, segui questa checklist finale:
- Analizza: Usa PageSpeed Insights e Chrome DevTools per identificare le interazioni con INP elevato e le Long Tasks che ne sono la causa.
- Suddividi le Task: Riorganizza il codice JavaScript per evitare blocchi prolungati del Main Thread. Sfrutta
scheduler.postTask()
o tecniche manuali di “yielding”. - Dai Priorità: Assicurati che le risposte alle interazioni utente siano prioritarie rispetto a lavori meno urgenti.
- Offload: Sposta computazioni pesanti su Web Workers.
- Ottimizza Eventi e Rendering: Rendi gli event handler efficienti, usa l’event delegation e minimizza il costo degli aggiornamenti DOM e del rendering post-interazione.
- Gestisci Script di Terze Parti: Riduci il loro impatto, specialmente per quanto riguarda il blocco del Main Thread.
- Sfrutta le Ottimizzazioni dei Framework: Implementa lazy loading, code splitting e strategie di hydration intelligenti.
Ricorda, un sito veloce e reattivo non solo migliora l’esperienza utente, riduce i tassi di abbandono e aumenta le conversioni, ma è anche un fattore di ranking importante per Google. La SEO tecnica per developer include sempre più l’ottimizzazione dei Core Web Vitals. Ottimizzare INP e FID significa investire nel successo a lungo termine del tuo progetto web. Inizia a misurare, diagnostica e implementa queste tecniche oggi stesso per garantire che i tuoi utenti abbiano un’esperienza fluida e gratificante nel 2025 e oltre.
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